Ritratti
Ritrarre un’altra persona, una delle sfide più ardue in assoluto nel mondo della fotografia, se lo sai fare, è come rubargli l’anima e metterla a nudo. Le variabili sono infinite, la luce naturale anche se spesso bellissima, non è quasi mai adatta a rendere uno scatto avvincente, a parte forse la luce di taglio di una finestra in un bianco e nero. Ma in questo campo, la sapiente gestione delle luci artificiali è quasi un obbligo. E qui si aprono svariati universi e due scuole principali di pensiero: chi usa i flash e chi le luci continue. Entrambi i sistemi, se saputi usare, portano a risultati eccellenti. Il problema cardine comunque di questo genere di fotografia è il soggetto. Negli anni, dopo aver allestito una sala di posa dedicata, ho imparato che TUTTO ma dico TUTTO il risultato finale dipende dall’empatia che stabilisci con la persona che hai davanti, sia esso una modella professionista o tua nonna. Senza che si sia formata una certa atmosfera durante la sessione di scatto, è assolutamente inutile iniziare a fotografare. In questa fase non è una esagerazione descrivere la necessità che il ritrattista si comporti come uno psicologo, e deve mettere in atto tutti gli stratagemmi necessari a far sentire a proprio agio il soggetto. Chi è sensibile alla temperatura, chi ha bisogno della musica, chi ha bisogno di essere rassicurato, chi ha bisogno di raccontare la propria vita, in genere chi ha già di per se un pessimo carattere, difficilmente rende bene in foto, almeno nelle mie, non puoi nascondere la tua essenza in un ritratto ben fatto. L’insieme di tutte queste attenzioni, contribuiscono alle scatto perfetto che cattura l’essenza del soggetto, oltre nemmeno a dirlo a tantissima esperienza, in ogni campo della fotografia non si finisce mai di imparare ed è obbligatorio, come in tante altre discipline ovviamente, studiare in continuazione specialmente la post-produzione.